La piazza di Campestro è una piazza Nobile. E non solo perché è dedicata al celebre architetto di Campestro, Pietro Nobile.
Lo vedete, piccolino, girare a piedi nudi e pantaloncini corti per le vie del paese? La sua casa natale è giù in fondo, nascosta dalla parete dove c’è la targa con il nome della piazza.
Nel 1785 il giovane Pietro, che ha appena 9 anni, segue il padre impresario a Trieste. È l’inizio di una folgorante carriera che lo porterà a Vienna, dove l’imperatore Francesco Primo lo chiama a dirigere la Scuola d’Architettura dell’Accademia delle Belle Arti e a disegnare il volto della città.
E farà scrivere al nostro, in una lettera alla sorella: “Un povero Campestrino può, e deve fare dei sacrifizj per aver l’alta grazia di esercitare la sua poca abilità al servizio dell’Imperatore”. Da questa piazza all’allora quasi centro del mondo. Succedeva due secoli fa.
È una piazza nobile, dicevo, anche perché ha al centro una bella fontana in ghisa, è costruita in pendenza, si cammina sull’acciottolato. Su di essa si affacciano imponenti case a più piani, segno che qui vissero famiglie importanti, che si arricchirono e portarono il benessere in paese.
E dalla piazza è bello infilarsi nei numerosi vicoli, ammirare i portali e gli architravi, i fiori e le piante, le scalinate, gli affreschi disseminati qua e là, i fili del telefono, i portici. E si respira il tempo che fu.
(Fonte: com. pers. Maurizio Cattaneo - Capriasca)