La piazza di Lopagno ha mantenuto le caratteristiche di una piazzetta di paese: è piccolina e fa da crocevia ai i tanti viottoli che solcano il nucleo.
Non ha costruzioni di particolare pregio, ma il bello di questa piazza è altro: per meglio goderla dobbiamo immaginarla animata.
Ci sono i bambini che giocano a nascondino e ce n’è uno che corre verso la fontana e grida “libero tutti”. Sulla panca, là in fondo, c’è un anziano che fuma la pipa e guarda il tempo che passa.
Su quella scala che porta al fienile è appena salito il contadino con la gerla in spalla. Sotto di lui c’è un cane che abbaia e lì vicino un gatto sta salendo sulla passerella che lo porterà in casa. C’è qualcuno che torna a casa dal lavoro e scambia un saluto con la signora che bagna i gerani alla finestra.
E poi li sentite gli odori? L’odore di fumo che esce dal camino, l’odore del brasato che cuoce in padella, l’odore del fieno, l’odore dell’uva e delle mele quando è il tempo del raccolto.
Forse quella che ho appena raccontato è storia di anni fa. Ma probabilmente non lo è del tutto.
A Lopagno le grida dei ragazzi continuano a rincorrersi nei viottoli e la gente scende ancora in piazza a parlare.
Le vie sono troppo strette (in dialetto una stradina è la “strécia”) per ospitare le automobili.
Speriamo che continui a lungo così.
(Fonte: com. pers. Maurizio Cattaneo - Capriasca)
View More »