Attestata nel 1211. Costruzione a navata unica con coro poligonale e campanile sul fianco N, circondata dal sagrato e dal cimitero delimitati da una cinta muraria con cappelle della Via Crucis. Ossario del 1632.
Della chiesa medievale rimangono alcuni frammenti di muratura incorporati nell'attuale edificio trasformato in stile barocco nel 1671 a opera del valsesiano Johannes da Riale.
Restauri 1936. 1975-77. 1995-98 e 2001.
Al lato sin. della facciata principale è addossata una cappella voltata a crociera e decorata con affreschi prob. di Giovanni Battista Tarilli, 1587; sul fronte, i patroni; sulle volte, gli evangelisti; sulla parete di fondo, Madonna col Bambino, i SS. Rocco e Sebastiano e un'iscrizione del 1587.
A des. del portale tracce di dipinti murali con S. Cristoforo e la Morte, XV-XVI sec.
Sulla parete esterna N del coro, oggi inclusa nella sagrestia: affreschi tardogotici della bottega dei Seregnesi, seconda metà XV sec., con la Croci fissione, S. Nazario e una scena di confessione.
Navata coperta da una volta a botte impostata nel 1830.
Nel coro: dipinti murali di Carlo Martino Biucchi, 1748, in parte ritoccati, raffiguranti storie dei SS. Nazario e Celso; altare maggiore con tabernacolo ligneo dorato e dipinto, fine XVII sec. ca.
A des. del coro: grande tela della Madonna col Bambino che trafigge il demonio, di C. M. Biucchi, metà XVIII sec. ca.
Nella cappella sin., dedicata alla Madonna: ricchi stucchi barocchi di Giovanni Battista Rezia, 1679; nei cartigli, affreschi dei Misteri del Rosario di Francesco Antonio Giorgioli, 1690, ritoccati dalla bottega dei Calgari nella seconda metà del XIX sec.; statua lignea della Madonna, XVII sec., affiancata dalle figure in stucco dei SS. Domenico e Caterina; due tele di gusto popolare, XVII sec., di cui quella a des. con la Madonna del Rosario e i SS. Domenico e Caterina.
Nella cappella di S. Carlo Borromeo, trasformata nel 1705, pala seicentesca del santo, tele di S. Agostlno, seconda metà XVII sec. e di S. Antonio da Padova con la Madonna col Bambino, 1780.
In controfacciata tele di Emilio Ferrazzini, 1936, raffiguranti S. Nazario che battezza S. Celso e il Martirio di S. Nazario, in origine collocate nel coro.
(fonte: autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 99, Edizioni Casagrande, 604 pagine)