Il castello di Montebello
Sulla collina orientale, detta “Montebello”, sorge il secondo più antico castello di Bellinzona, chiamato anche “Castel Piccolo” per distinguerlo da Castelgrande, di maggiori dimensioni. I due castelli, che si guardano con reciproco rispetto dai due promontori, hanno forme, storia e funzioni distinte. Quello di Montebello non è un castello di piccole dimensioni, a ben guardare, ma bisogna tener conto che la fisionomia odierna è frutto di una serie di ampliamenti e di trasformazioni avvenute nel corso dei secoli tardomedievali, come pure di radicali ricostruzioni e restauri avvenuti dell’inizio del ’900.
In origine si trattava, con ogni probabilità, di una residenza fortificata: un nucleo di edifici addossati al torrione, difesi da una cinta di mura. La tradizione vuole che vi risiedessero i Rusca di Como, una famiglia potente e ambiziosa che nella seconda metà del ’200 fece parlare di sé nel Sottoceneri, a Como e in diverse altre località ticinesi. Questo castello sta a dimostrare che nel secolo delle grandi lotte tra guelfi e ghibellini anche Bellinzona, per la sua posizione privilegiata lungo le grandi vie del commercio transalpino, era entrata nelle mire di chi ambiva a controllare il territorio alpino.
Dopo la conquista milanese di Bellinzona nel 1340, anche Montebello, come Castelgrande, assiste a importanti lavori di ristrutturazione: si modificano per le esigenze militari i principali edifici, si racchiude la corte interna con una elevata cinta muraria munita di torri angolari, si scavano fossati, si erige una seconda cinta di mura che racchiude una vasta corte esterna.
A settentrione, davanti all’entrata principale, si eleva il rivellino – un’alta corona di mura, dotata di camminamento protetto da merli, di fossato e di torri – che deve proteggere l’accesso dagli assalti. Vengono pure realizzati due prolungamenti di mura che scendono verso il basso, uno a nord e l’altro a sud, che vanno ad agganciarsi con le mura del Borgo: sembra quasi che dall’alto della collina il castello protenda le sue forti braccia per proteggere le case ammassate sul fondovalle.
I “merli”, sulle mura di cinta e sulle torri, sono elementi in muratura, costruiti all’origine a scopo difensivo, come riparo più o meno sicuro dalle offensive nemiche.
Con l’introduzione delle artiglierie nel ’500 persero il loro ruolo originario per diventare elementi decorativi della “fazione” a cui apparteneva la costruzione che coronavano. Furono chiamati “guelfi” o piatti i merli con sommità piana e “ghibellini” o a coda di rondine quelli a sommità bifida.
Montebello è considerato il più caratteristico dei castelli di Bellinzona. Unico dei tre ad aver conservato i ponti levatoi, ospita annualmente delle manifestazioni che richiamano un folto pubblico. Tra queste le esposizioni all’aperto, con opere disseminate qua e là tra le sue mura, le nicchie e le feritoie, e la rievocazione medievale “La spada nella Rocca”, dove per tre giorni si possono rivivere tra falconieri, artigiani, soldati e cortigiani in costume d’epoca, alcuni momenti di un’epoca passata, tra le mura e le torri di una fortezza autentica.
Fonte: Bellinzona-dieci sguardi sulla città per giocare con la storia (Bellinzona Turismo)
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