LIVORNO. Nella calza della Befana i livornesi troveranno un bel regalo: ai primi di gennaio - dopo un quarto di secolo - finalmente l'antichissima cripta di San Jacopo, sotto la chiesa attuale, sarà liberata dal fitto reticolo di tubi Innocenti che, installati dopo il terremoto alla metà degli anni ottanta, di fatto impedivano ogni possibilità di ammirarla. E' un tesoro quasi sconosciuto che tornerà dunque a essere visitabile: nelle settimane successive saranno organizzate visite guidate a piccoli gruppi da parte del Comitato "Il gioiello dimenticato", che da tempo si batte per valorizzare questo patrimonio della città. Una équipe di periti ha dato l'ok: la struttura è in grado di reggersi, non c'è più bisogno che quell'incastellatura la puntelli. Ecco perché questo spazio potrà tornare fruibile. E se nel giro di pochi mesi avremo la possibilità di vedere com'era questo spazio (ignoto alla gran parte dei livornesi), il punto vero è un altro: far decollare un restauro che, attorno alla parrocchia guidata da don Alberto Vanzi, crei un polo di interesse anche per i turisti, magari un piccolo museo con le tracce che secoli e secoli di storia hanno lasciato qui. Basti dire che in passato la chiesa aveva l'ingresso rivolto verso il mare e che fino al 1915 sulla piazza davanti alla chiesa, sul lato più vicino al mare, era presente una zona per le sepolture. Finite, così come per quelle del cimitero di via Goito, nell'ossario nei sotterranei della pieve. Il Comi
tato - composto da Enrico Del Chicca, Enio Fontanelli, Paolo Faccioli, Daniela Guarda, Ludovica Barabino, Giuseppe Baroncelli e Bruno Taliani - non fa mistero di vedere San Jacopo in continuità con acquario, villa Mimbelli e Terrazza Mascagni nell'offerta turistica del lungomare. Ma - aggiungono - è anche una questione di memoria storica: è questo «uno dei più antichi luoghi di culto cristiano lungo la costa tirrenica», visto che i primi eremiti vi si insediarono nel 300 dopo Cristo. Da qui passò papa Gregorio VIII, da qui passò San Francesco: come mai? Era probabilmente l'esistenza di una sorgente (Acquaviva) in riva al mare: se ne trova traccia in una parete dei sotterranei. La cripta esiste da poco dopo l'anno Mille e ha la particolarità di avere l'altare collocato sullo scoglio vivo. Il progetto di restauro lo sta mettendo nero su bianco un pool di professionisti che si sono offerti a titolo di volontariato. Adesso il Comitato fa appello alla città per riuscire a dar gambe a questo progetto: si susseguono i contatti con realtà istituzionali e associative allo scopo di cercare i finanziamenti necessari. Nel frattempo le vicende di San Jacopo sono state condensate in un prezioso volume di testimonianze storiche e anche di amarcord e curiosità: un modo per far conoscere ai livornesi questo "scrigno" e intanto raccogliere i primi fondi.
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